Catcalling, no grazie!

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In queste settimane imperversa in rete una parola: CATCALLING o CAT-CALLING.

Si tratta, purtroppo, dell’ultimo dei termini inglesi venuti alla ribalta per identificare un certo tipo di moltestie rivolte, nella stragrande maggioranza dei casi, alle donne. Nello specifico fa riferimento ai fischi e commenti sgradevoli che gli uomini indirizzano alle donne quando queste camminano per strada.

Il termine, citato da fine marzo anche dall’Accademia Della Crusca, non è un neologismo; infatti, una sua prima attestazione con il significato che ha oggigiorno pare risalga al 1956, quando il termine fu usato da un giornale americano. Nel ‘700 aveva per lo più il significato di “grido, lamento fastidioso, suono simile a un lamento” e indicava l’atto di fischiare a teatro gli artisti sgraditi o le brutte performance. Sempre ‘700 c’è anche traccia del significato originario di “verso lamentoso che i gatti fanno di notte”.

In Italia il “catcalling” non è ancora un reato, mentre in altri paesi come Francia, alcuni stati Americani e Perù, lo è già.

Al “catcalling” si accompagnano, purtroppo, molti altri termini inglesi che fanno riferiento a comportamenti offensivi o denigratori nei confronti, soprattutto, delle donne e che la lingua anglosassone ha saputo riassumere in una singola parola, mentre in italiano dobbiamo ricorrere a perifrasi, per esempio:

SLUT-SHAMING

Indica l’atto di giudicare una donna dandole della “poco di buono”, a causa delle sue abitudini o comportamenti, che vengono percepiti come distanti da una presunta regola di riferimento. Per es. quando una donna in abiti provocanti viene additata in automatico come di facili costumi. Il termine deriva dall’unione delle parole “slut”+”shaming”, rispettivamente: sgualdrina + fare vergognare in pubblico.

MANSHUSH

Si parla di “manshush” quando un uomo prova a fare stare zitta una donna perché sente che la sua autorità viene in qualche modo messa in dscussione da ciò che questa sta dicendo. Spesso succede quando l’uomo ha effettivamente torto, ma non vuole ammetterlo. Il termine deriva da “man+hush” , rispettivamente: uomo+ zittire.

HEPEATING

Un comportamento scorretto di un uomo verso una donna, riscontrabile soprattuto in ambito lavorativo. Accade quando un uomo ripropone la stessa idea che una donna ha precedentemente proposto senza che venisse presa in considerazione, ma – una volta riproposta dall’uomo – ottiene il plauso di tutti. Il termine deriva da “he”+ “repeating” e cioè  “lui” + “ripetere”.

Purtroppo questa è solo una piccola parte di termini, non solo in inglese!, che indicano diversi tipi di molestie e comportamenti sessisti verso le donne.

A questo proposito è da plauso il risultato ottenuto dalla PR italiana Maria Beatrice Giovanardi, trasferitasi a Londra da anni. Grazie ad una petizione da lei lanciata su Change.org, il prestigioso vocabolario della lingua inglse Oxford Dictionary ha rivisto la voce “woman” (donna), correggendo o elimindando anche molti termini sessisti presentati come sinonimi di donna nel dizionario. Infatti in precedenza alla voce “woman”, come semplici sinonimi era possibile trovare termini come come prostituta, cagna, cavalla, etc. ora i termini sessisti o offensivi sono correttamente etichettati come tali!

Che si tratti di donne, o di uomini, volendo sempre usare un termine inglse, RESPECT, è l’unico termine che abbia senso!

Nota sui diritti d’autore: l’immagine in testa all’articolo è un fotogramma dal film “Malèna” di Giuseppe Tornatore (Miramax), tutti i diritti sono riservati.