Una tradizione di scherzi!

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Chi da bambino non ha mai fatto qualche scherzetto il 1° di aprile? E chi li fa ancora oggi? È una tradizione radicata in molte culture, ma perché si dice proprio “Pesce d’Aprile” o “Poisson d’Avril” in Italia e  Francia, mentre per esempio in UK si parla di “April’s Fool day”?

Le origini di questa usanza non sono per nulla chiare, alcuni la collocano in Europa circa 600 anni fa, altri in pieno Medioevo, altri ancora in Asia o nell’antico Egitto!

Una una delle ipotesi collega il “Pesce d’Aprile” all’equinozio di primavera, intorno al 21 marzo, che nell’antichità corrispondeva al Capodanno in molte culture, occasione in cui si era soliti scambiarsi dei piccoli doni. Con l’avvento del Calendario Gregoriano nel 1582, il Capodanno fu spostato al 1° gennaio per tutto il mondo cristiano. Si narra però che in Francia molte persone abbiano continuato a seguire la vecchia tradizione e addirittura che altre vennero raggiunte dalla notizia del cambiamento solo molto, molto tempo dopo, così – per farsi beffe del cambiamento o di chi non lo accettava – nacque l’usanza di scambiarsi finti regali il 1° aprile: bei pacchetti vuoti, oppure doni scherzosi, fino a veri e propri inviti a feste che in realtà non esistevano. Spesso veniva inserito nel pacchetto un biglietto con scritto “pesce d’aprile” o “poisson d’avril” o con disegnata una persona che reggeva un pesce.

Il discorso del pesce, d’altro canto, avvalora anche un’altra ipotesi per cui l’usanza sia legata alle pesche di aprile del passato. Tra fine marzo e inizio aprile il mare comincia a diventare più pescoso. Ma poteva capitare che le prime pesche di aprile fossero infruttuose e così i pescatori che tornavano in porto a reti vuote erano oggetto di scherno.

Oppure il riferimento al pesce potrebbe rimandare alla Pasqua cristiana: Gesù, seguendo il Calendario Gregoriano sarebbe morto il giorno del 1° aprile e uno dei simboli che lo rappresentano è l’”ichthys” cristiano, dal greco antico “pesce”. E la rinascita di Gesù è motivo di festa.

In altre culture si perde il riferimento al pesce, ma non la connotazione decisamente scherzosa della giornata!

Il “Pesce d’Aprile” potrebbe derivare dalla festività dell’antica Roma “Hilaria”, o dalla festa dei colori indiana, o da una ricorrenza iraniana collocabile tra il 1° e il 2 di aprile, la cui tradizione di farsi scherzi risale a ben prima di Cristo, o forse dobbiamo tutto a una gara di pesca fra Antonio e Cleopatra in cui Antonio, volendosi fare beffe di Cleopatra, fu beffato da lei!

Da dovunque ci arrivi questa tradizione, la seguiamo allegramente ancora oggi, in Italia e nel mondo.

In Inghilterra ancora oggi si parla di “April fool’s day”, dove forse la figura dello “sciocco” fa riferimento al giullare di corte, sinonimo di allegria per eccellenza. Nelle Highlands scozzesi la tradizione è declinata su due giorni, il secondo è il “Taily Day”, in cui si attacca alla schiena del malcapitato un foglio con scritto: “Kick me!” (Dammi un calcio). In Germania viene chiamata Aprilscherz e gli scherzi hanno invaso anche il modo della tecnologia e dei media tedeschi, in Portogallo si usa invece lanciarsi addosso la farina.

Insomma, non sapremo da dove arriva l’usanza del “Pesce d’Aprile”, ma sappiamo che viene festeggiata ancora oggi in moltissimi paesi del mondo, coinvolgendo milioni di persone che comunicano fra loro in maniera ironica, beffarda e sagace.

Offrirvi i migliori strumenti per comunicare in una lingua straniera è l’obiettivo principale del team di Languages at Work … ah … e questo non è un “Pesce d’aprile”!